Sicurezza degli impianti a fune: Come siamo messi a Laceno?

13/09/2016

Dopo il clamore dell’incidente funiviario al monte Bianco, avvenuto sulla cabinovia 2s “Panoramique Mont Blanc”, di competenza Francese, vogliamo fare chiarezza sulla sicurezza degli impianti a fune in generale, in particolare delle seggiovie del Laceno.

Anzitutto va premesso che l’impianto francese che ha costretto a passare la notte in quota ad oltre 60 persone è una funivia davvero molto particolare.  Prima di tutto per la posizione (il massiccio del Monte Bianco, ndr) poi per le vertiginose altezze da terra, un sostegno aereo “sospeso” tra due cocuzzoli, una curva e variazioni di intervia tra le funi dell’impianto. L’incidente dell’8 settembre 2016 è stato causato da un accavallamento delle funi(semplicemente potremmo definirle col temine improprio”ingarbugliate”) per cause ancora da definire. Ciò può avvenire su un impianto come quello del Bianco che possiede più di una fune (2S= 2 funi, una “portante” dove scorre la cabina ed una “traente” alla quale è agganciata e la traina), perciò questo tipo di rischio è inesistente su una monofune (impianto dotato di singolo cavo portante-traente) come può essere una cabinovia, cestovia ed appunto una seggiovia, come quelle di Laceno.

Schema di calata da una seggiovia
Schema di calata da una seggiovia

Tuttavia altri tipi di guasti anche su una monofune non sono inesistenti, ma tranquillizziamo: una semplice mancanza di corrente o un’avaria al motore elettrico principale può essere rapidamente risolta dai macchinisti dell’impianto azionando il motore di riserva a gasolio oppure ,per gli impianti che ne sono dotati (come a Laceno), un gruppo elettrogeno di riserva. Purtroppo però possono presentarsi guasti anche a componenti del moto, cuscinetti o “deragliamenti” (il termine corretto è “scarrucolamenti”) della fune dalle opportune sedi. Tutte queste probabili anomalie sono monitorate minuto per minuto da un circuito di sicurezza, che alla minima segnalazione ferma l’impianto. Va detto però che il presentarsi di questi problemi è rarissimo e spesso sintomo di incorretta manutenzione, che comunque è specificamente regolamentata. Tuttavia in caso di problema non risolvibile in tempi rapidi, il caposervizio dell’impianto è tenuto a evacuare in 2 ore e mezza massimo, che diventano 3 per impianti a cabine chiuse. L’evacuazione viene eseguita dal soccorso Alpino con professionisti nel settore, e consiste nel raggiungere ogni seggiola occupata, dotare di imbragatura gli occupanti e calarli per mezzo di carrucole e funi a terra uno per volta.

Prove di evacuazione a Laceno. Foto Pietro Pagnini.
Prove di evacuazione a Laceno. Foto Pietro Pagnini.

Ogni anno, prima di ogni stagione invernale viene solitamente eseguita una simulazione di evacuazione di ogni impianto, che a Laceno quest’anno è stata svolta dagli uomini del CNSAS della regione Campania ai primi di agosto come testimoniano le foto postate su Facebook dal Direttore degli impianti Pietro Pagnini, e che noi vi riproponiamo qui sotto.

C’è quindi da stare tranquilli: gli impianti a fune, e ci sentiamo di dire specialmente quelli del Laceno, sono tra i mezzi di trasporto più sicuri in assoluto e la normativa vigente in Italia non avrebbe mai fatto si che delle persone rimanessero una notte su un impianto a fune.

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