Chi li ha inventati? E come funzionano i cannoni da neve?

da skimania.it

Navigando su internet abbiamo fatto una scoperta insolita, sembrerà molto strano ma l’innevamento artificiale è legato alla nostra terra più di quanto noi possiamo immaginare.

I cannoni per l’innevamento artificiale  furono inventati più di cinquant’anni fa per caso, nel Massachussets, nella tenuta dei fratelli Tropeano, originari di Avellino. I Tropeano costruirono un impianto per produrre nebbia nel loro frutteto, ma da quell’impianto più che vapore acqueo comincio a uscire neve. Questi impianti furono perfezionati e nacquero i famosi cannoni, importati in Italia nel 1974. Dagli anni settanta ad ora si “spara” neve quando le temperature sono idonee e le precipitazioni tardano ad arrivare.

Scopriamo insieme tutto quello che avreste sempre voluto sapere su come funzionano i cannoni da neve

Come funzionano i cannoni da neve: un vero amante della neve a parte stagioni particolarmente nevose come l’inverno 2013-14 ha da almeno 20 anni cominciato anche ad apprezzare il contributo dato dagli impianti di innevamento artificiale che molte volte rendono possibile sciare a quote medio basse e che contribuiscono comunque a migliorare la qualità del fondo delle piste, eliminando sassi e rendendo la battitura delle piste più agevole.

Ma vi siete mai chiesti come funzionano i cannoni da neve?  cerchiamo di capirlo insieme Cominciamo dalle origini: tutto nacque per caso negli Stati Uniti da un impianto di irrigazione che durante la notte a causa di temperatura e pressione cominciò a funzionare come il primo cannone, sparando ghiaccio….;-)Il processo non è molto diverso dal quello che accade in natura, possiamo dividerlo in due fasi, condensate ovviamente in frazioni di secondo: 1) viene pompata dalla macchina acqua in pressione che viene nebulizzata e al contatto con l’aria ghiaccia quasi istantaneamente (ammesso sempre che la temperatura ovviamente lo consenta da -3 almeno in giù) formando così il primo cristallo di ghiaccio, o nucleo di condensazione), come in natura dove questo avviene in quota dalla condensazione di molecole di acqua a causa dell’abbassamento della temperatura stessa.. 2) In questa miscela si immette ancora acqua vaporizzata che si “addensa” intorno al primo nucleo formando il cristallo di neve che che poi cade a terra per la gravità, sempre come avviene in natura dove il primo nucleo cadendo addensa su di sè altre molecole e a seconda della temperatura varia la propria densità (+ freddo, + denso, + caldo + largo come cristallo ndr).

Le condizioni ideali per produrre neve sono temperatura inferiore a -3 gradi centimetri, umidità bassa ed assenza di vento ma va detto che la tecnologia evolve di continuo e di recente ho anche letto di sperimentazioni di nuove forme di innevamento artificiale che potrebbero funzionare anche con temperature sopra lo zero, tornerò sul punto in un articolo dedicato. La neve artificiale è più densa della normale, ovviamente e non mancano le polemiche con gli ambientalisti che nascono dal fatto che per produrla occorrano ingenti quantità di acqua ed energia, che gli impianti di innevamento artificiale siano rumorosi e che utilizzino anche sostanze chimiche per facilitarne il funzionamento anche se ultimamente queste ultime dovrebbero essere pari a zero.

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